Proverbi piemontèis/u
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- Uciaj ëd Cavour = "Occhiali di Cavour". Tutti ricorderanno gli occhiali che portava il primo ministro Cavour, tondi e che vagamente potrebbero assomigliare a un paio di manette. Di qui queste espressione gergale che finisce per ironizzare anche un po' sul potere costituito.
- Umidisse 'l gariòt = "Inumidirsi la gola", quando si mette mano alla bottiglia per farsene qualche bicchiere, giusto per inumidirsi un po' la gola.
- Umor an scufia da neuit = "Umore in cuffia da notte", quando si ha la luna di traverso e non si ha assolutamente voglia di scherzare.
- Un a fà la sopa e n'àutr a la mangia = "Uno fa la zuppa e un altro la mangia".
- Un a l'ha l'aria e l'àutr la canson = "Uno ha l'aria e I 'altro la canzone", una persona che mostra soltanto le apparenze, l'aria per l'appunto.e l'altro la sostanza, cioè la canzone che implica capacità canore e il sapersi esibire di fronte al pubblico.
- Un a sela 'l caval e l'àutr a lo monta = "Uno sella il cavallo e l'altro lo monta".
- Un bel nas a fà 'n bel òm e 'n bel fornel a fà na bela stansia = "Un bel naso fa un bell'uomo e un bel camino fa una bella stanza".
- Un bel nason a guasta nen un bel facion = "Un bel nasone non guasta un bel faccione".
- Un bel tòch ëd mas-ciòta = "Un bel pezzo di maschietta", un bel pezzo di ragazza, quasi che ad accostarla ad un sostantivo di radice maschile ne faccia un "esemplare" ancora più bello ed interessante.
- Un bon ancheuj a val doi doman = "Un buon oggi vale due domani".
- Un bon bicer ëd vin a fà passé tuti ij sagrin = Un buon bicchiere di vino e passano tutti i fastidi.
- Un bon consèj a val ëd pì che tanti sòld = "Un buon consiglio vale di più che tanti soldi".
- Un ch'a l'ha doi bon brass për canté = "Uno che ha due buone braccia per cantare". Due buone braccia si usano per fare molte cose, ma non servono nulla quando si tratta di cantare. Con un giro ironico di parole questo detto finisce per indicare una persona decisamente poco intonata.
- Un ch'a l'ha 'l cui al pòst dla ghigna = "Uno che ha il sedere al posto del muso", persona sfrontata e spudorata.
- Un ch'a smija ch'a l'àbio daje la pèila dle castagne an facia = Uno che sembra che gli abbiano dato la padella delle castagne in faccia. La padella per fare le caldarroste è bucherellata. Un tempo si utilizzavano vecchie padelle non più utilizzabili in cucina e i fori venivano effettuati con un punzone o un chiodo temprato. La parte posteriore finiva per essere simile ad una grattugia. Il parallelismo è con una faccia butterata, piena di pustole.
- Un ch'a-j dà ardriss a la ròba dj'àutri = "Uno che da ordine alla cose degli altri", la figura del ladro: capace di metter scompiglio, ma al tempo stesso ordine tra le cose dei poveri derubati.
- Un ch'a-j va doi a tenlo e n'àutr a parleje ansema = "Uno che ci vanno due a tenerlo e un altro a parlargli insieme", persona superba e altera, tanto che si rendono necessarie due persone a tenerlo fermo ed una terza a spiegargli le cose.
- Un che la crava a l'ha mangiaje ij lìber = Uno che la capra gli ha mangiato i libri. In senso ironico si definisce una persona ignorante che ha lasciato che la capra si cibasse dei pochi libri che possedeva.
- Un che për pijelo a bzògna àussesse a la matin bonora = "Uno che per prenderlo occorre alzarsi alla buonora". Deve essere molto astuto e molto furbo colui che non si lascia mai prendere, o perlomeno molto smaliziato.
- Un cher ëd fastidi a paga nen un sòld ëd débit = "Un carro di fastidi non paga un soldo di debito".
- Un cit òm a fà 'd vòlte na grand' ombra = "A volte un uomo piccolo fa una grande ombra".
- Un còlp ëd naja bleu = Una bella notizia.
- Un còlp ëd naja grisa = Sfortuna.
- Un còlp ëd naja verda = Si è rimasti senza soldi.
- Un compliment a la giassa = "Un complimento al ghiaccio" (sarcasmo).
- Un dël tògo = Uno del "tògo". Tògo in gergo corrisponde a cosa scelta, di prima qualità. Pertanto uno che fa parte di questa cerchia non può che essere un individuo in gamba, che sa il fatto suo.
- Un diav a fà nen l'infern = "Un diavolo non fa l'inferno".
- Un diav a na scassa n'àutr = "Un diavolo ne scaccia un altro" // chiodo scaccia chiodo.
- Un galantòm a l'ha nen che soa paròla = "Un galantuomo non ha che la sua parola".
- Un mantel a l'é nen mach bon për n'invern = "Un mantello non serve solo per un inverno".
- Un pare a manten set fieuj, ma set fieuj a manteno-o nen un pare = "Un padre mantiene sette figli, ma sette figli non mantengono un padre".
- Un past bon e l'àutr mesan a ten-o l'òm san = "Un pasto buono e l'altro a metà conservano un uomo sano".
- Un pi giassà che gené = "Uno più ghiacciato di gennaio", persona che intorno a se provoca il gelo, per mancanza di comunicativa, di calore umano, di tutto quello che occorre per strappare un sorriso agli altri.
- Un piasì sospirà a na val la metà = "Un piacere sospirato ne vale la metà".
- Un pòch a pr'un a fà mal a gnun = "Un po' per uno non fa male a nessuno".
- Un pom mars a va vasta na cavagna = "Una mela marcia guasta tutta una cesta".
- Un pom risparmià e mal governà a peul dventé 'n pom mars = Una mela risparmiata e mal conservata può diventare una mela marcia".
- Un proverbi a l'é la manera 'd dì d'un òm, e la siensa 'd tuti j'àutri = "Un proverbi è il modo di dire di un uomo, e la scienza di tutti gli altri".
- Un sach dë dné, un sach ëd carta e 'n sach ed passiensa për avèj na bon-a sentensa = "Un sacco di soldi, un sacco di carta e un sacco di pazienza per avere una buona sentenza" in tribunale.
- Un sach veuid a sta nen an pé = "Un sacco vuoto non sta in piedi".
- Un sòld risparmià a son doi guadagnà = "Un soldo risparmiato sono due guadagnati".
- Un tipo con la lòbia = "Un tipo con un cappello a larga tesa", un signore elegante con un cappello largo ...come un balcone.
- Un-a brinda 'd vin brusch = "Una damigiana di vino acerbo", una figlia che fatica a trovare marito, alla quale con il passare del tempo si è inacidito il carattere.
- Un-a che s'it i-j dise 'd setesse as cogia = "Una alla quale se dici di sedersi si corica". Il riferimento è ad una donna di facili costumi, una sgualdrina, che è sempre pronta a concedersi, anzi che si offre ancor prima di un'avance.