Proverbi piemontèis/c
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- Cà 'd ringhera = "casa di ringhiera": casa con alloggi (2 camere) accessibili da ballatoio, balcone lungo.
- Ca dij pèt = "Casa dei peti", il sedere.
- Ca dle masche = "Casa delle streghe", l'inferno.
- Ca neuva: ël prim ann a gnun, ël second ai nemis, ël ters a j'amis, e 'l quart a ti = "Casa nuova, il primo anno a nessuno, il secondo ai nemici, il terzo agli amici, e il quarto a te".
- Ca nòstra e peui pì = "Casa nostra e niente di più".
- Cabassin = Facchino, portatore. chi è grossolano, sgraziato e sgarbato. Tra i modi di dire: Manere da cabassin = modi inurbani.
- Cadrega cagòira = Seggetta, vaso da notte.
- Café e mnestra a-j fan onor a la padron-a 'd ca = "Caffè e minestra fanno onore alla padrona di casa.
- Cagà e spuà = "Cagato e sputato", due persone che si assomigliano proprio tanto: tra l'individuo osservato e un parente, un amico, un semplice conoscente.
- Cagamiràcol = Caga-miracoli. Chi pretende di farli con il sedere deve essere una persona presuntuosa e senza ritegno.
- Caghesse adòss e peui dì ch'a l'é rubatà 'nt la pàuta = "Cagarsi addosso e poi dir che è caduto nel fango", persona bugiarda, che racconta sovente frottole.
- Cala giù da-lì = "Scendi giù da lì", una persona presuntuosa, superba, che si crede superiore agli altri.
- Cambieje l'eva a j'olive = ...pisciare.
- Camp mal sarbià a dà pì 'd vëssa che 'd gran = "Campo mal sarchiato dà più erbaccia che grano".
- Campé giù con l'ambossor = "buttar giù con l'imbuto", mangiare abbondantemente e in fretta, ingozzarsi.
- Campé ij balin = Gettare i pallini, schizzare saliva mentre si parla.
- Campé ij dadi = "Gettare i dadi", essere matto, farneticare.
- Campé l'anguila an mes a le cunije = "Gettare l'anguilla in mezzo alle coniglie", chi agisce in modo spavaldo con le donne, dove l'anguilla simboleggia il membro virile e le coniglie il sesso femminile.
- Can ch'a-j va dapress a tuti gnun a lo veul = "Cane che va dietro a tutti nessuno lo vuole".
- Can da pajé = "Cane da pagliaio", persona che inveisce o minaccia ma che in realtà è inoffensiva; persona vanagloriosa, che chiacchiera molto ma non conclude mai niente.
- Canavesan, cotel a la man = "Canavesano, coltello in mano".
- Cand ij giari a l'avìo ij sòco = "quando i topi avevano gli zoccoli": un tempo molto lontano, nelle leggende del passato.
- Canté come na lòdna = "Cantare come un'allodola", sinonimo anche di contentezza, felicità.
- Canté da gal = "Cantare da gallo", chi canta da gallo altro non fa che dimostrare la sua soddisfazione per una situazione, una proposta, una prospettiva allettante o piacevole.
- Canté l'antìfona = Cantare l 'antifòna, un discorso allusivo con un preciso sottinteso: cantarla significa, di fatto, fare una ramanzina.
- Capì ciò për bròca = "Capire chiodo per chiodino", fraintendere.
- Capì 'l macinà = "Capire il macinato", un imbroglio che è stato smascherato: in pratica si è capito che dietro una storia, o anche un semplice atteggiamento, potrebbe nascondersi l'inganno o un complotto.
- Capì Roma për toma = "Capire Roma per Toma", chi le confonde finisce per fraintendere.
- Capiterà ant la sman-a dij tre giòbia = "Capiterà nella settimana dei tre giovedì".
- Capon ch'a veul canté da gal = "cappone che vuole cantare da gallo": presuntuoso.
- Capon ëd galera = "Cappone di galera", una pietanza che comprende legumi, acciughe, capperi, gallette bagnate nell'aceto, pesce e uova sode.
- Car come 'l feu = "Caro come il fuoco", molto costoso.
- Carësse 'd can, ëd ghete e invit d'òsto, a l'é nen pòch lòn ch'a costo = "Carezze di cane, di prostituta e inviti di oste, non è poco quel che ti costano".
- Carestìa prevista a riva mai = "Una carestia prevista non arriva mai".
- Carié l'òmnibus = "Caricare l'omnibus", capiente, così come lo è in senso lato lo stomaco di chi ha deciso di bere, tanto da ubriacarsi.
- Cariesse 'd bòsch verd = Caricarsi di legna verde. La legna verde non brucia nella stufa e fa soltanto fumo. Comprarla è un errore e si finisce soltanto per caricarsi di un fastidio.
- Cariesse un bel badò = Caricarsi un bel peso. chi si carica del badò (basto) si fa carico di un impegno fastidioso, pesante.
- Carità plosa = "Carità pelosa", la carità che si fa per interesse.
- Carn a fò carn, pan a fà sangh, e vin a-j manten = "Carne fa carne, pane fa sangue e il vino li mantiene".
- Carn crùa e pess cheuit = "Carne cruda e pesce cotto".
- Carn sensa òss = Carne senza osso, l'organo sessuale dell'uomo. Analoghi sono: Bataj, Batòcc, Ciolin, Dësmorin dle fomne, Fer foà, Gamba dë dnans, Ghigno, Mànich, Marca dl'òmo, Mèmber pecator, Osel, Penel, Pènis, Picio, Pich, Pichèt, Pirilo, Pistòla, Pistolot e Brichèt (per i bambini), Porilo, Utiss, Vërga, Vèt.
- Casché an boca al luv = "Cascare in bocca al lupo", chi deve affrontare un grave pericolo, o ancora si trova in una situazione difficile a causa della propria ingenuità o imprudenza.
- Casché da la pèila 'nt la brasa = "Cascare dalla padella nella brace", andare di male in peggio.
- Casché drit a la mira = "Cascare dritto al punto", quanto capita o giunge qualcosa a proposito, proprio come si fa con l'italiano Come il cacio sui maccheroni.
- Castel, aquila e leon a son d'arme an tùit ij canton = "Castello, aquila e leone sono stemmi dappertutto".
- Caté un bijèt për ël Regio Parco = "Comprare un biglietto per il Regio Parco", passare a miglior vita, morire.
- Caté vaca e vitél = "Comprare mucca e vitello", come per: Caté vaca e bocin, chi sposa una ragazza madre o una donna incinta.
- Cavajer dël dent = "Cavaliere del dente", lo scrocca-pranzi (scròca-disné), tanto da essere nominato "cavaliere del dente", sempre pronto ad infilarsi a qualunque festa e cerimonia pur di mangiare a sbafo.
- Caval a fà nen cavajer = Avere un cavallo non vuol dire essere cavaliere.
- Caval bon a l'han nen bzògn dë spron = "Il buon cavallo non ha bisogno di speroni".
- Caval ëd l'Apocaliss = "Cavallo dell'Apocalisse", un cavallo di scarso valore, un ronzino, quasi fosse scaturito dall'Apocalisse, riprendendo le quattro figure dei cavalieri: il primo soltanto carico di significati positivi, mentre gli altri tre esprimono una forza malevola.
- Caval giovo a porta 'd sold, caval vej a pòrta 'd drugia = "Cavallo giovane porta soldati, cavallo vecchio porta letame".
- Caval vej a cambia pì nen andura = "Cavallo vecchio non cambia più l'andatura".
- Cavèj ross, a campo soa mare ant ël poss = "Capelli rossi, gettano sua madre nel pozzo".
- Cavèj ross, pijeve varda! = "Dai capelli rossi guardatevene!".
- Cél fàit a lan-a, a pieuv ant la sman-a = "Cielo fatto a lana, piove in settimana".
- Cerea!
- Cerea, ch'a fassa 'l viagi ch'a l'ha fàit Liron, ch'a l'é 'ndàit an là gal e a l'é tornà an sa capon = "Buon giorno. Faccia il viaggio che ha fatto Lirun, che è partito gallo ed è tornato cappone".
- Ch'a brusa 'l mond: mi 'm visco la pipa = Che bruci il mondo, io mi accendo la pipa.
- Ch'a costa lòn ch'a costa = "Che costi quel che costi". Tipica espressione usata per esprimere il proprio assenso ad intervenire "a qualsiasi costo", in pratica anche se il prezzo da pagare sarà molto alto.
- Ch'a fassa nen parèj = Non faccia così. Consolare qualcuno che magari si sta struggendo di dolore per la perdita di una persona cara.
- Ch'a staghe an agonìa com ël temp che 'n poj a-j buta për fé 'l gir dël mond = "Che tu possa stare in agonia per il tempo che ci mette un pidocchio per fare il giro del mondo".
- Ch'a të staghe an agonìa për tut ël temp che 'n poj a-i buta për fé 'l gir del mond = "Che tu stia in agonia per tutto il tempo che un pidocchio impiega per fare il giro del mondo".
- Ch'a ten-a le man a ca! = Tenga le mani a casa! Ognuno ha la sua e là dovrebbero normalmente stare anche le mani.
- Ch'as dës-ciola = Si sbrighi, ammonire, smaliziare, sollecitare, sveltire: da qui il modo di dire che intima a qualcuno di svegliarsi e sbrigarsi nel compiere un'azione.
- Ch'as gena nen = "Non abbia soggezione", espressione che viene rivolta ad una persona che si vede in imbarazzo per cercare di metterla a proprio agio.
- Ch'as grata 'l daré! = Che si gratti il culo!
- Ch'as guèrna parèj! = "Che si conservi così!", espressione viene pronunciata solitamente ad una persona di una certa età che dimostra meno anni di quelli che ha. Insomma, che sta bene, in salute.
- Ch'as la cassula chila! = "Che se la governi lei!". Il verbo cassulé nasce in cucina e sta per scodellare con il supporto del mestolo. Ma nel corso del tempo ha assunto anche il significato metaforico di amministrare e governare. Di qui ql'espressione che sta per "se la veda lei".
- Ch'as ten-a da cont! = Che si riguardi!
- Ch'at ven-o tanti assident coma tanti bòt për rompe na ciòca = "Che ti vengano tanti accidenti quanti i rintocchi che servono per rompere una campana"
- Ch'at ven-o tanti assident come tanti bòt a-i và për rompe na ciòca = "Che ti vengano tanti accidenti quanti colpi occorrono per rompere una campana".
- Che bej osèj ch'a son ij babi! = "Che begli uccelli sono i rospi!", si dice a chi non ha capito la domanda.
- Che Dio an guarda da 'A l'é tròp tard' = "Che Dio ci guardi da "E' troppo tardi"
- Che Dio an libera da 'n cativ avzin e da un ch'ampara a soné 'l violin = "Che Dio ci liberi da un cattivo vicino e da uno che impara a suonare il violino".
- Che Nosgnor a-j daga dël bin = "Che il Signore la benedica!".
- Che Nosgnor am fasa sté sòp = "Che il Signore mi faccia restare zoppo".
- Che scheur! = Che schifo! Quando si prova ribrezzo per una situazione, un atteggiamento, un modo di porsi che decisamente non piace, tanto da essere considerato una schifezza.
- Che stufìa ch'i n' hai = "Che stanchezza che ne ho": sono proprio stanco di questo.
- Che testa baraventan-a! = "Che testa matta!".
- Chërde d'esse dla còsta d'Adam = "Credersi d'essere della costola d'Adamo". Pensare d'essere stato generato da una sua costola significa vantarsi di nobili origini senza però averne d'onde.
- Chërde d'esse la regin-a Taitù = "Credere d'essere la regina Taitù", donna superba e dispotica che, favorita da una speciale condizione, manteneva comportamenti improntati alla vanità. Di qui l'espressione che contraddistingue proprio chi si dà delle arie.
- Chërse come ij bolè = "Crescere come i porcini", crescere in fretta, proprio come succede ai funghi che in una notte spuntano dal terreno e sono pronti ad essere raccolti.
- Chërse mach com a chërso le galin-e american-e = "Crescere soltanto come crescono le galline americane". Crescere poco...
- Cheur content a fà 'n bel plage = "Un cuor contento fa una bella carnagione".
- Cheur content ël Cél l'agiuta = "Cuor contento il cielo l'aiuta".
- Cheur content ël cél lo giuta = "Cuor contento il cielo lo aiuta".
- Cheuse ant sò bròd = "Cuocere nel suo brodo", non curarsi di qualcuno, lasciando che si aggiusti con i propri mezzi.
- Chi a bala sensa son o a l'é mat o a l'é cojon! = "Chi balla senza musica o è matto o è un coione!".
- Chi a buta le còse a sò pòst a-j treuva = "Chi mette le cose al loro posto le trova".
- Chi a cata al ciàir e vend a lë scur, a fà 'd bon afé 'd sicur = "Chi compra al chiaro e vende allo scuro, fa buoni affari di sicuro".
- Chi a cavalca e trota a la calà, o 'l caval a l'é nen sò o a sà nen lòn ch'as fà = "Chi cavalca e trotta su un sentiero in ripida discesa, o il cavallo non è suo, o non sa che cosa fa".
- Chi a chërd al destin a nega Dio = "Chi crede al destino nega Dio".
- Chi a comanda, ch'as arcòrda che 'n dì a podrìa serve = "Chi comanda si ricordi che un giorno potrebbe servire".
- Chi a dà dle sgnor, ëd l'ilustrissim a pretend = "Chi dà del signore, dell'illustrissimo pretende".
- Chi a dëspressia a veul caté = "Chi disprezza vuole comprare".
- Chi a dëspressia l'onor a dëspressia Dio = "Chi disprezza l'onore disprezza Dio".
- Chi a deurm a peca nen, chi peca nen as salva = "Chi dorme non pecca, chi non pecca si salva".
- Chi a deurm a pija gnun granchi = "Chi dorme non prende granchi".
- Chi a deurm con ij can as àussa con le pùles = "Chi dorme con i cani si alza con le pulci": come dire che non si può non essere in qualche modo coinvolti dalle proprie frequentazioni.
- Chi a dventa pòver a perd tuti j'amis = "Chi diventa povero perde tutti gli amici".
- Chi a fà a soa manera a campa des agn ëd pì = "Chi fa a modo suo vive cent'anni di più".
- Chi a fà bin a n'ha 'n quartin, chi a fà mal a n'ha 'n bocal = "Chi fa bene ne ha un quartino, chi fa male ne ha un boccale".
- Chi a fà coma 'l prèive a dis a va 'n paradis, chi a fà coma 'l prèive a fà a ca dël diav a va = Chi fa come il prete dice va in Paradiso, che fa come il prete fa va a casa del diavolo.
- Chi a fà feu 'd paja, a gòd mach ël fum = "Chi fa fuoco con la paglia si gode solo il fumo"
- Chi a fà 'l fàuss as chërd furb, ma a l'é mach fàuss = "Chi fa il falso si crede furbo, ma è solo falso".
- Chi a fà lòn ch'a sà nen, a guasta lòn ch'a l'ha 'n tren = "Chi fa ciò che non sa fare guasta ciò che sta facendo".
- Chi a fà 'n pressa a fà doe vòlte "Chi fa in fretta fa due volte".
- Chi a fà tribulé j'àutri a peul nen vive tranquil = "Chi fa tribolare gli altri non può vivere tranquillo".
- Chi a gieuga 'd testa a paga 'd borsa = "Chi gioca di sua testa paga di sua borsa".
- Chi a gieuga për ëbzogn a perd për necessità = "Chi gioca per bisogno perde per necessità".
- Chi a gieuga për rije a perd përdabon = "Chi gioca per ridere perde davvero".
- Chi a gieuga për rije a perd përdabon = "Chi gioca per ridere perde davvero".
- Chi a gieuga sensa malissia a torna a ca sensa camisa = "Chi gioca senza malizia torna a casa senza camicia".
- Chi a giura facilment a l'é nen da chërde = "Chi giura facilmente non è da credere".
- Chi a goerna për doman, a goerna pr' ël can = "Chi conserva per domani conserva per il cane", alla fine non usa, o lo butta via.
- Chi a la veul cheuita, chi a la veul crùa = Chi la vuole cotta, chi la vuole cruda, che ognuno si comporta o sceglie a modo suo, visto che c'è sempre chi certi cibi li preferisce cotti, altri invece li preferiscono crudi.
- Chi a l'é destinà a la forca a nìa nen = "Chi è destinato alla forca non annega".
- Chi a l'é drocà ant l'aqua àuta, a l'ha paura d'un dil ëd pàuta = Chi è caduto nell'acqua alta ha paura di un dito di fango.
- Chi a l'é gelos a l'ha ij còrn = "Chi è geloso è un cornuto!".
- Chi a l'é invidià da gnun a l'é nen fortunà = "Chi non è invidiato da nessuno non è fortunato".
- Chi a l'é lest a mangé a l'é lest a travajé = "Chi é veloce a mangiare è veloce a lavorare": Apologia dell'efficientismo, suggerita anche dalla scarsezza di cibo.
- Chi a l'é mòrt a l'é mòrt e chi a viv as dà confòrt = "Chi è morto è morto, e chi è vivo si dà conforto".
- Chi a l'é prudent, a l'ha nen dabzogn dij consèj dj'àutri = "Chi è prudente non ha bisogno dei consigli degli altri".
- Chi a l'ha bon aptit a ciama nen ëd sàussa = "Chi ha fame non richiede condimenti".
- Chi a l'ha 'd carn an tàola a mangia nen ëd siola = "Chi ha della carne in tavola non mangia cipolla".
- Chi a l'ha 'd fieuj, tùit ij bocon a son nen ij sòj = "Per chi ha dei figli, non tutti i bocconi sono suoi".
- Chi a l'ha 'd ròba a l'é rispetà; ël pòver a l'é dispresià = "Chi ha del suo è rispettato, il povero è disprezzato".
- Chi a l'ha des fije a-j marida tute, chi a n'ha mach un-a a la marida mal = "Chi ha dieci figlie le da tutte a marito, chi ce n'ha solo una la marita male".
- Chi a l'ha fàit ij proverbi a l'ha fàje giust = "Chi ha fatto i proverbi li ha fatti giusti": Spassionato omaggio alla saggezza popolare).
- Chi a l'ha gnun débit a l'é rich = "Chi ha nessun debito è ricco".
- Chi a l'ha gnun fastidi ch'a ten-a 'd cavaj = "Chi non ha preoccupazioni allevi dei cavalli", gliene arriveranno.
- Chi a l'ha 'l cassul an man a lo toira com a veul = "Chi ha il mestolo in mano lo gira come vuole".
- Chi a l'ha la coa 'd paja l'ha sèmpi pàu ch'aj dago feu al cù = Chi ha la coda di paglia ha sempre paura che gli diano fuoco al culo.
- Chi a l'ha la lenga an boca a và fin a Roma = "Chi ha la lingua in bocca va fino a Roma".
- Chi a l'ha la pansa piena, as arcòrda nen ëd chi a l'ha fam = "Chi ha la pancia piena non si ricorda di chi ha fame".
- Chi a l'ha l'amèr an boca a peul nen ëspué doss = "Chi ha l'amaro in bocca non può sputare dolce".
- Chi a l'ha l'onor a l'é sgnor = "Chi ha onore è un signore".
- Chi a l'ha mangià 'l diav ch'a mangia 'dcò ij còrn = "Chi ha mangiato il diavolo si mangi anche le corna".
- Chi a l'ha na bela fomna, a l'é nen tuta për chiel = "Chi ha una bella moglie, non è tutta per lui".
- Chi a l'ha nen cura dël sò caval, a mérita mach d'andé a pé = "Chi non ha cura del suo cavallo merita di andare a piedi".
- Chi a l'ha nen ij gat a manten ij rat, e chi ch'a l'ha a-j manten tùit e doi = "Chi non ha i gatti mantiene i topi, e chi ce l'ha mantiene tutti e due".
- Chi a l'ha nen testa, ch'a buta 'd gambe = "Chi non ha testa ci metta le gambe".
- Chi a l'ha paura 'd tut a s'antrapa ant soa ombra = Chi ha paura di tutto s'inciampa nella sua ombra.
- Chi a l'ha paura dël diav ant l'istà, a chërpa 'd fam ant l'invern = Chi ha paura del diavolo d'estate, muore di fame d'inverno.
- Chi ch'a l'ha paura dl'infern a patiss la fam d'istà e d'invern = Chio ha paura dell'inferno patisce la fame d'estate e d'inverno.
- Chi ch'a l'ha paura dël diav a fà nen ròba =
- Chi ch'a l'ha paura ch'a staga a ca, ch'as artira = Chi ha paura che se ne stia a casa, swi ritiri.
- Chi a l'ha salute e libertà a l'é rich e nen lo sa = Chi ha la salute e la libertà è ricco e non lo sa".
- Chi a litighé as ancamin-a, a la misèria as avzin-a = "Chi a litigare s'incammina, alla miseria si avvicina.
- Chi a mangia bërle 'd galèt a dventa andvin = "Chi mangia cacche di galletto diventa indovino".
- Chi a mangia 'l pan sensa vagnelo a l'é coma robelo = "Chi mangia il pane senza guadagnarselo è come rubarlo".
- Chi a mangia l'aj a viv j'agn ed Noè = "Chi mangia aglio vive gli anni che aveva Noè".
- Chi a mangia le cirese con jë sgnor a ciucia le pìcole = "Chi mangia le ciliege con i signori ciuccia i piccioli".
- Chi a mangia nen a tàula a l'é segn ch'a l'ha già mangià = "Chi non mangia atavola è segno che ha già mangiato".
- Chi a mangia sèmpe 'd polastr, a-j ven veuja 'd polenta = "Chi mangia sempre pollo gli vien voglia di polenta".
- Chi a mangia sèmper ëd polastr a-j ven veuja 'd polenta = "Chi mangia sempre pollo gli vien voglia di polenta".
- Chi a mangia sensa travajé, s'a l'é nen rich a deuv robé = "Chi mangia senza lavorare, se non è ricco deve rubare".
- Chi a meuir a lassa 'l mond, e chi a viv as lo gòd = "Chi muore lascia il mondo, e chi vive se lo gode".
- Chi a meuir për bòsso o për avija, a l'é përchè ch'a l'ha sangh antossià da 'n dëspiasì = "Chi muore per una puntura di spina o di ape, è perché aveva già il sangue avvelenato da un dispiacere". I dispiaceri abbassano la capacità di resistenza del sistema immunitario.
- Chi a nass bela a meuir nen ëd fam = "Chi nasce bella non muore di fame".
- Chi a nass dësgrassià, s'a casca a l'andaré as romp ël nas = "Chi nasce sfortunato, se cade all'indietro si rompe il naso".
- Chi a nass ësfortunà, a-j pieuv an sël cul bele se a l'é setà = "Chi nasce sfortunato, gli piove sul sedere anche se è seduto!
- Chi a nass luv a meuir nen agnel = "Chi nasce lupo non muore agnello": il carattere lo si riscontra sempre.
- Chi a nass mat mai pì a guariss = "Chi nasce matto non guarisce più".
- Chi a onz nen le scarpe a onz ël calié = "Chi non unge le scarpe deve ungere il calzolaio".
- Chi a parla mal a pensa nen bin = "Chi parla male non pensa bene".
- Chi a parla sèmp 'd Galateo a l'ha mai lesulo = "Chi parla sempre di Galateo non l'ha mai letto".
- Chi a passa 'l Pò a passa 'dcò la Vràita = Chi passa il Po passa anche la Varaita".
- Chi a përdon-a ai gram a-j fà mal ai bon = "Chi perdona ai cattivi fa male ai buoni".
- Chi a peul nen bate l'aso, a bat ël bast = "Chi non può battere l'asino, batte il basto".
- Chi a pija la muraja a testassà, ch'as arcòrda che ij còrn a son ij sò = "Chi prende a testate il muro, si ricordi che le corna sono sue".
- Chi a pija le bele e chi le brute, così as marido tute = "Chi prende le belle e chi lebrutte: così si sposano tutte".
- Chi a pija na fomna sensa gnent', fin-a la mòrt as n'arsent = "Chi si prende una moglie senza niente, fino alla morte se ne risente".
- Chi a pissa ciàir, a l'ha nen da manca dël médich = "Chi orina chiaro non ha bisogno del medico".
- Chi a pissa contra vent a's bagna le braje = "Chi piscia contro vento si bagna i pantaloni".
- Chi a promët per j'àutri a paga per chiel = "Chi promette per gli altri paga per sé".
- Chi a ramassa la ca a lë scur, a ramassa vìa la fortun-a = "Chi scopa la casa nello scuro, scopa via la fortuna".
- Chi a rij dël mal ëd j'àutri, a l'ha 'l sò daré dla pòrta = "Chi ride del male degli altri, a il suo dietro la porta".
- Chi a roba na mica a l'é 'mpicà, chi a roba 'n milion a l'é onorà = "Chi ruba una pagnotta è impiccato, chi ruba un milione è onorato".
- Chi a roba na pagnòta a l'é ampicà, chi a roba 'd milion a l'é onorà = "Chi ruba una pagnotta è onorato".,
- Chi a sà 'd nen podèj rende, a fà mal a pijé = Chi sà di non poter restituire, fa male a prendere".
- Chi a sà nen busiardé a chërd che tuti a diso la vrità = "Chi non sa re crede che tutti dicano la verità".
- Chi a sà nen caté, a cata (un caval) giovo = "Chi non sa comprare, compri un cavallo giovane".
- Chi a sà nen fé ch'a lassa fé = "Chi non sa fare, che lasci fare".
- Chi a sà nen simulé a sà nen regné = Chi non sa simulare non sa regnare".
- Chi a sà nen sò mësté ch'a sara la botega = "Chi non sa fare il proprio mestiere che chiuda bottega".
- Chi a s-àla stra a peul anche andé al pass = "Chi sa la strada può anche andare al passo".
- Chi a s'anrabia an pressa, an pressa as tranquilisa = "Chi si arrabbia in fretta, in fretta si tranquilizza".
- Chi a sbianchiss la ca a veul fitela = "Chi dà il bianco alla casa la vuole affittare".
- Chi a scansa fatiga a scansa fortun-a = "Chi scansa la fatica a scansa la fortuna".
- Chi a scota ij vej a fà mej = "Chi ascolta i vecchi fa meglio".
- Chi a sëmna dë spin-e ch'a vada nen dëscàoss = "Chi semina spine non vada scalzo".
- Chi a sëmna le fave sensa 'ngrass a-j cheuj sensa dossa = "Chi semina le fave senza concime le raccoglie senza baccello".
- Chi a sëmna 'ncora ai Sant, a sëmna mach pr' ij mòrt = "Chi semina ancora ai Santi, semina solo più per il giorno dei Morti".
- Chi a sëmna për pieuva a sëmna pì d'erba che 'd gran = "Chi semina quando piove, semina più erba che grano".
- Chi a sëmna tròp dëspess a veuida doe vòte sò grané = "Chi semina troppo spesso svuota due volte il suo granaio".
- Chi a sgàira a sëmna, chi a vansa a cheuj = "Chi spreca semina, chi avanza raccoglie".
- Chi a stà bin ch'as bogia nen = "Chi sta bene non si muova".
- Chi a stà con Dio, Dio a stà con chiel = "Chi sta con Dio, Dio sta con lui".,
- Chi a stùdia ch'a stùdia ...studiand-se 'd nen fé studié! = "Chi studia studi, ...studiandosi di non creare problemi!".
- Chi a tacon-a nen ël vej as vëstrà mai 'd neuv = "Chi non rammenda il vecchio non si vestirà mai di nuovo".
- Chi a ten la pèila pr' ël mani a fà andé l'eul dov a veul = "Chi tiene la padella per il manico fa andare l'olio dove vuole".
- Chi a ten la pèjla për ël mani, a fà andé l'euli andoa ch'a veul = "Chi tiene la pentola per il manico, fa andare l'olio dove vuole".
- Chi a tira tròp a s-cianca = "Chi tira troppo strappa".
- Chi a toca l'apèis as ambërlifa = "Chi tocca la pece s'imbratta".
- Chi a toca n'aso e con la fomna d'àutri as amen-a, a l'é mai tranquil e sensa pen-a = "Chi tocca un asino e si intrattiene con la moglie altrui non è mai tranquillo e senza preoccupazioni".
- Chi a travaja a l'é nen pòver = Chi lavora non è povero".
- Chi a travaja con ël piolèt a peul mach fé 'd travaj grossé = "Chi lavora con l'accetta può solo fare lavori grossolani".
- Chi a va a deurme con lë stòmi veui, as armen-a tuta la neuit = "Chi va a dormire con lo stomaco vuoto si rigira tutta la notte".
- Chi a va a deurme prèst e s’aussa bonora a manda ‘l dotor an malora = "Chi va a letto presto e si alza di buonora, manda il medico in malora".
- Chi a va a pé ch'as acompagna nen a chi va a caval = "Chi va a piedi non si accompagni a chi va a cavallo".
- Chi a vansa 'd sòld a deuv fé tante scale = "Chi avanza dei soldi deve fare tante scale".
- Chi a vëd Turin e nen la Venarìa, a vëd la mare e nen la fija = Chi vede Torino e non Venaria, vede la madre e non la figlia".
- Chi a ved, sent e tas a ten ël mond an pas = "Chi vede, sente e tace tiene il mondo in pace".
- Chi a vend a crédit a fà 'd grandi afé, ma soens a perd client e dné = "Chi vende a credito fa grandi affari, ma spesso perde clienti denari"
- Chi a vend la vaca e as ten ël vitel a l'ha 'l servèl dzura 'l capel = "Chi vende la mucca e si tiene il vitello, ha il cervello sopra il cappello".
- Chi a veul caval e fomna sensa difèt, a l'avrà sempre veuida la stala e 'l let = "Chi vuole un cavallo e una donna senza difetti, avrà sempre vuota la stalla e il letto".
- Chi a veul esse tranquil d'invern, ch'a travaja d'istà = "Chi vuol essere tranquillo d'inverno lavori d'estate".
- Chi a veul gòde la duminica ch'a risparmia al saba = "Chi vuole godere la domenica risparmi al sabato".
- Chi a veul j'euv a venta ch'a sopòrta 'l ciadel ëd le galin-e = "Chi vuole le uova deve sopportare il chiasso delle galline".
- Chi a veul la fija, ch'a jë fassa bon-e a la mare = "Chi vuole la figlia cerchi di accattivarsi la madre".
- Chi a veul mangé 'l garij a venta ch'a rompa la nos = "Chi vuol mangiare il gheriglio deve rompere la noce".
- Chi a veul nen l'ass as pija 'l doi = "Chi non vuole l'asso si prende il due".
- Chi a veul nen tombeje 'ndrinta, ch'a staga lontan da la tampa " "Chi non vuole cascarci dentro, che stia lontano dalla buca".
- Chi a veul savèj la vrità, ch'a ciama ai cioch e a le masnà = "Chi vuole sapere la verità, che chieda agli ubriachi e ai bambini".
- Chi a veul vende a buta an mostra = "Chi vuol vendere metta in mostra".
- Chi a veul vive e sté bin ch'a pija 'l mond coma ch'a ven = "Chi vuol vivere e stare bene, che prenda il mondo come viene!".
- Chi a veul vive san e lest, ch'a mangia pòch e ch'a sin-a prest = "Chi vuol vivere sano e lesto, mangi poco e ceni presto".
- Chi a vint ani a sà pa, a tranta a fà pa e aso për sèmper sarà = "Chi a vent’anni non sa, a trenta non fa e sempre asino sarà".
- Chi aceta 'd regaj a vend soa libertà = "Chi accetta regali vende la sua libertà".
- Chi afita quaicòsa a sò avzin, ch'a së speta pura 'd ciacòt sèira e matin = "Chi affitta i beni al vicino, si aspetti pure liti dalla sera al mattino".
- Chi a-j pias lë specc, a-j pias nen travajé = "A chi piace lo specchio non piace lavorare".
- Chi as ambarca con ël diav a deuv navighé an soa compagnìa = "Chi s'imbarca con il diavolo deve navigare in sua compagnia".
- Chi as antrapa doe vòlte ant l'istessa pera a mérita nen compassion = "Chi s'inciampa due volte nella stessa pietra non merita compassione".
- Chi as gava la seugn, as gava nen la fam = Chi si toglie il sonno non si toglie la fame". Chi troppo poltrisce...
- Chi as maria a fà bin, chi as maria nen a fà mej = "Chi si sposa fa bene, chi non si sposa fa meglio".
- Chi as pija la fomna rica ma bruta, a mangia bin ma a deurm mal = "Chi si prende una moglie ricca ma brutta, mangia bene ma dorme male".
- Chi as seta an tèra a casca nen = Chi siede a terra non cade".
- Chi as vërgògna 'd travajé, ch'as vërgògna 'dcò a mangé = "Chi si vergogna a lavorare, si vergogni pure di mangiare".
- Chi as vest con la ròba dj'àutri a sarà prest an camisa = "Chi si veste con la roba degli altri sarà presto in camicia".
- Chi àussa l'anca a perd la banca = "Chi alza l'anca perde la panca" (chi va all'osto perde il posto).
- Chi aveul fé bogé j'òss dël menton, a venta ch'a fassa bogé 'dcò ij ghëmmo = "Chi vuol far muovere le ossa del mento, deve far muovere anche i gomiti". Per mangiare bisogna lavorare!
- Chi bél a veul ëvnì, quaicòs a l'ha da sufrì = "Chi bello vuol venire, qualcosa deve soffrire": come dire che non si può ottenere qualcosa senza l'impegno necessario.
- Chi bin a bèiv, bin a deurm; chi bin a deurm a peca nen; për lòn beivoma bin ="Chi beve bene dorme bene; chi dorme bene non pecca: per questo beviamo bene!".
- Chi bin as ancamin-a,.. a l'ha 'ncora tut ël travaj da fé = "Chi ben comincia ha ancora tutto il lavoro da fare": come dire che non basta incominciare bene se non si persevera fino alla fine del lavoro.
- Chi ch’a nass pòver e brut a l’ha bon-e possibilità che chërsend a se svilupo tute doe le còse… = "Chi nasce povero e brutto ha buone possibilità che, crescendo, si sviluppino entrambe le condizioni".
- Chi ch'a baston-a soe bestie a castiga soa borsa = "Chi bastona le sue bestie castiga la sua borsa".
- Chi ch'a conta ij fàit sò a l'é nen bon dë stërmé coj dj'àutri = "Chi racconta gli affari suoi non è capace a nascondere quelli degli altri".
- Chi ch'a dà da ment a la busca a gionta 'l pajé = "Chi si preoccupa della pagliuzza ci rimette il pagliaio".
- Chi ch'a deurm d'agost a patiss la fam d'invern = "Chi dorme d'agosto patisce la fame d'inverno".
- Chi ch'a fà coma 'l prèive a dis a va 'n paradis, chi coma 'l prèive a fà, a ca dël Diav a va = "Chi fa come dice il prete va in paradiso, chi fa come il prete, va a casa del diavolo".
- Chi ch'a fà na ca an piassa, o a la fà tròp àuta o a la fà tròp bassa = "Chi costruisce una casa in piazza, o la fa troppo alta o troppo bassa".
- Chi ch'a fà na còsa ch'a sa ne, a guasta lòn ch'a l'ha 'n tren = "Chi fa una cosa che non sa fare, rovina il lavoro che ha iniziato".
- Chi ch'a fà rije j'àutri a fà pioré ij sò = "Chi fa ridere gli altri, fa ridere i suoi".
- Chi ch'a l'é abituà a faseuj e polenta ch'as daga nen a le paste dosse = "Chi è abituato a fagioli e polenta non si dia alle paste dolci".
- Chi ch'a l'é an àut a pensa mai a robaté = "Chi sta in alto non pensa mai a cadere giù".
- Chi ch'a l'é an àut a pensa mai 'd robaté = Chi è in alto non pensa mai a cader giù".
- Chi ch'a l'é 'n difèt, a l'é 'n sospet = "Chi è in sospetto è in difetto".
- Chi ch'a l'é nà dësgrassià, fin-a le feje a lo mòrdo = "Chi è nato disgraziato, persino le pecore lo mordono".
- Chi ch'a l'é nà dësgrassià, fin-a le feje a-j mordo = Chi è nato disgraziato, persino le pecore lo mordono".
- Chi ch'a l'é sporcasse la camisa ch'as la polida = "Chi si è sporcato la camicia se la pulisca".
- Chi ch'a l'ha falì la stra ch'a torna andré = "Chi ha sbagliato strada torni indietro".
- Chi ch'a l'ha gnente da perde, a l'ha gnente da tëmme = "Chi ha niente da perdere non ha nulla da temere".
- Chi ch'a l'ha gnun sòld an sacòcia a l'ha l'amel an boca = "Chi ha nessun soldo in tasca ha il miele in bocca", chi non può convincere con il denaro lo fa con la parlantina.
- Chi ch'a l'ha 'l cassul an man a tojra com a veul = "Chi ha il mestolo in mano lo gira come vuole".
- Chi ch'a l'ha la lenga longa, ch'a l'abia la pel gorëgna = "Chi ha la pelle lunga abbia la pelle coriacea".
- Chi ch'a l'ha la mare ch'a piora nen = "Chi ha la mamma non pianga".
- Chi ch'a l'ha la testa 'd sira a vada nen al sol = "Chi ha la testa di cera non vada al sole".
- Chi ch'a l'ha la testa 'd sira, ch'a vada nen al sol = "Chi ha la testa di cera non vada al sole".
- Chi ch'a l'ha mach ëd sòld a l'é 'n pòr diao = "Chi ha solo dei soldi è un povero diavolo".
- Chi ch'a l'ha 'n cativ avzin, a l'ha nen rechie sèira e matin = "Chi ha un cattivo vicino non ha requie sera e mattino".
- Chi ch'a l'ha na bela fomna a l'é mai sol = "Chi ha una moglie bella non è mai solo".
- Chi ch'a l'ha na bon-a cròta a va nen a bèive a l'osterìa = "Chi ha una buona cantina non va a bere all'osteria".
- Chi ch'a l'ha na fomna a l'ha 'n padron = "Chi ha una moglie ha un padrone".
- Chi ch'a l'ha nen da fé ch'a penten-a ij can = "Chi non ha niente da fare pettini i cani".
- Chi ch'a l'ha nen ed cheur per le bestie, a n'ha gnanca pr' ij cristian = "Chi non ha cuore per gli animali non ne ha neanche per la gente".
- Chi ch'a l'ha onor a l'é sgnor = "Chi ha onore è signore".
- Chi ch'a l'ha reid ël fil ëd la schin-a, da rair a l'andvin-a = "Chi ha la schiena dritta, di rado l'indovina".
- Chi ch'a l'ha salute e libertà a l'é rich e nen a lo sà = "Chi ha salute e libertà è ricco e non lo sa".
- Chi ch'a l'ha sèmpre mangià fen a stenta abituesse a la paja = "Chi ha sempre mangiato fieno stenta ad abituarsi alla paglia".
- Chi ch'a l'ha tanti mesté a stenta a vive = Chi ha tanti mestieri stenta a vivere".
- Chi ch'a l'ha un bel nas a l'ha 'dcò un bel bambas = "Chi ha un bel naso ha pure un bello stoppino".
- Chi ch'a mangia la moleja da giovo a rusija la cròsta da vej = "Chi mangia la mollica da giovane, rosicchia le croste da vecchio".
- Chi ch'a 'ncontra 'n gheub o 'n sòp a 'ncontra dësgrassia = "Chi incontra un gobbo o uno zoppo incontra disgrazia".
- Chi ch'a nija as taca fin-a a le ronze = "Chi sta annegando si attacca persino ai rovi".
- Chi ch'a peul nen mòrde ch'a mostra nen ij dent = "Chi non può mordere non mostri i denti".
- Chi ch'a rij ëd tut, a gòd ëd gnente = "Chi ride di tutto gode di niente".
- Chi ch'a rij soens, sovens arij ëd chiel = "Chi ride spesso, spesso ride di sé stesso".
- Chi ch'a roba per j'àutri a l'é n'ampicà per chiel = "Chi ruba per gli altri è impiccato per lui".
- Chi ch'a sa la stra a peul anche 'ndé al pass = "Chi sa la strada può anche rallentare".
- Chi ch'a sà mzuré chiel, a sà mzuré j'àutri = "Chi sa misurare sé stesso, sa misurare gli altri".
- Chi ch'a sà nen còs fé djë dné ch'as buta a litighé = "Chi non sa più che farsene dei soldi, che si metta a litigare".
- Chi ch'a sà nen seufre a sà nen vive = "Chi non sa soffrire non sa vivere".
- Chi ch'a sà nen trové 'l senté për chiel, ch'a-j mostra nen la stra a j'àutri = "Chi non sa trovare il sentiero per sé, non mostri la strada agli altri".
- Chi ch'a sà nen trové 'l senté për chiel, ch'a-j mostra nen la stra a j'àutri = Chi non sa trovare il sentiero per sé non insegni la strada agli altri".
- Chi ch'a sgata 'l feu a fà seurte lë splùe = "Chi rovista nel fuoco fa uscire le scintille".
- Chi ch'a speta la papa fàita, a mangia soens a memòria = "Chi si aspetta la pappa fatta spesso mangia a memoria".
- Chi ch'a speta le scarpe d'un mòrt a va 'mpess dëscàuss = "Chi aspetta le scarpe di un morto va scalzo per un bel pezzo"..
- Chi ch'a sta për nijé a l'ha nen dabzògn ëd consèj ma d'agiut = "Chi sta per annegare non ha bisogno di consigli ma d'aiuto".
- Chi ch'a studia mach con la testa, a 'rziga 'd gionteje la resta = "Chi studia solo con la testa, rischia di rimetterci il resto".
- Chi ch'a taja con la lun-a neuva, lòn ch'a trova a trova = "Chi taglia con la luna nuova, quel che trova trova".
- Chi ch'a travaja as rangia, chi ch'a travaja nen as grata andova jë smangia = Chi lavora si arrangia, chi non lavora si gratta dove gli prude", il lavoro abitua ad ingegnarsi in tutti i casi della vita.
- Chi ch'a vansa 'd sòld a deuv fé tante scale = "Chi deve ricuperare dei soldi deve fare tante scale".
- Chi ch'a varda le nìvole a fà pòche mija = "Chi guarda le nuvole fa poche miglia".
- Chi ch'a veul avèj un bon ajé, ch'a lo pianta a gené = "Chi vuole avere un bell'aglio, lo pianti a gennaio".
- Chi ch'a veul gnun passaròt, ch'a sëmna nen ël baraval = "Chi non vuole passerotti, non semini la panicastrella".
- Chi ch'a veul nen ëd pé an sël còl ch'as inchin-a nen = "Chi non vuole piedi sul collo non si inchini".
- Chi ch'a veul nen quand ch'a peul a peul nen quand a veul = Chi non vuole quando puà non potrà quando vuole".
- Chi ch'a veul specesse ant l'eva ciàira a deuv chinesse = "Chi vuole specchiarsi nell'acqua chiara deve chinarsi".
- Chi ch'a veul tanti amis, ch'a na preuva pòchi = "Chi vuole tanti amici, che ne provi pochi".
- Chi ch'a veul vive san e lest, ch'a mangia pòch e ch'a sin-a prest = "Chi vuole vivere sano e lesto, mangi poco e ceni presto".
- Chi ch'a vija a s-ciara tut = "Chi veglia vede tutto".
- Chi ch'a-j fà a-j dis nen e chi ch'a-j dis nen a-j fà = "Chi li fa non li dice ma chi li dice non li fa".
- Chi ch'a-j fà a-j dis nen, chi ch'a-j dis a-j fà nen = "Chi li fa non li dice, chi li dice non li fa".
- Chi ch'a-j fà ombra a tanti, ch'as guarda da soa ombra = "Chi fa ombra a tanti si guardi dalla sua ombra".
- Chi ch'a-j pias ëd bèive a parla sèmper ëd vin = "Chi gli piace bere parla sempre di vino".
- Chi ch'as antrapa doe vòlte ant l'istessa pera a l'é 'n mincion = "Chi s'inciampa due volte nella stessa pietra è un minchione".
- Chi ch'as arpara sota na frasca, a pija lòn ch'a-j casca = "Chi si ripara sotto una frasca, prende ciò che gli casca".
- Chi ch'as divid ëd let, as divid d'afet = "Chi si divide di letto, si divide d'affetto".
- Chi ch'as fà teme, a l'é 'l prim ch'a l'ha da teme = "Chi si fa temere è il primo che deve temere".
- Chi ch'as maria an pressa, a stanta adasi = "Chi si sposa in fretta, prosegue piano"
- Chi ch'as maria sensa dòta a perd soa libertà = "Chi si sposa senza dote perde la sua libertà".
- Chi ch'as seta an sla péra as fà doi dann: a së sfrèida 'l cul e a guasta ij pann = "Chi si siede sulla pietra si fa due danni: si sfredda il sedere e si guasta i vestiti".
- Chi ch'at lustra dëdnans, a të spòrca daré = "Chi ti lustra davanti, ti sporca di dietro".
- Chi ch'at veul bin at rusa, chi ch'at veul malò at rij darera = "Chi ti vuol bene ti sgrida, chi ti vuol male ti ride dietro".
- Chi chita d'esse amis a l'é mai stalo = "Chi smette di esserti amico non llo è mai stato".
- Chi chita d'esse amis a l'é mai stato = "Chi smette di esserti amico non lo è mai stato".
- Chi contra a Dio a tira na pera a-j torna an testa = "Chi tira una pietra contro Dio gli ritorna in testa".
- Chi dà e peui pija, ël diav as lo porta via! = Chi dà e poi prende, il diavolo se lo porta via!".
- Chi d'amor as pija, ëd ràbia as lassa = "Chi d'amore si prende, di rabbia si lascia".
- Chi dël vin a l'é l'amis, ëd chiel istess a l'é nemis = "Chi del vino si fà amico, di lui stesso è nemico"
- Chi fà a fala = "Chi fa sbaglia", non si sbaglia a far niente.
- Chi feja as fà, ël luv a lo mangia = "Chi si fa pecora il lupo se lo mangia".
- Chi gnente a fà, gnente a l'é e gnente a sarà = Chi niente fa, non è niente e niente sarà".
- Chi gnente a fà, gnente a l'é, e gnente a sarà = "Chi niente fa, niente è e niente sarà".
- Chi mangia le candèile a caga jë stupin = "Chi mangia le candele .. dovrà fare i conti con gli stoppini",
- Chi ofend a dësmentia, ma nen chi ch'a l'é ofèis = "Chi offende dimentica, ma non chi è offeso".
- Chi paga lòn ch'a deuv, tut lòn ch'a-j resta a l'é sò = "Chi paga quel che deve tutto ciò che gli resta è suo".
- Chi përdon-a sensa dësmentié a përdon-a a metà = "Chi perdona senza dimenticare perdona a metà".
- Chi pòch a sà, pì a chërd ëd savèj = "Chi poco sa, più crede di sapere".
- Chi scansa fatiga a scansa fortun-a = "Chi scansa la fatica scansa la fortuna".
- Chi scapa a l'ha sempre tòrt = "Chi scappa ha sempre torto".
- Chi scapa a vola = "Chi scappa vola".
- Chi së scusa sensa esse acusà a diciara d'avèj pecà = "Chi si scusa senza essere accusato dichiara d'aver peccato".
- Chi sëmna spin-e ch'a vada nen dëscauss = "Chi semina spine non vada scalzo".
- Chi tròp a s'anchin-a a mostra 'l cul = "Chi troppo s'inchina fa vedere il sedere".
- Chi tròp as inchin-a a mostra 'l cul = "Chi troppo s'inchina mostra il culo".
- Chi veul ten-e n’amis, ch’a varda tre còse: ch’a l’onora ‘n presensa, ch’a ‘l lauda ‘n assensa, ch’a ‘l giuta ‘n tò bzògn….. Chi vuol conservare un amico, osservi tre cose: l’onori in presenza, lo lodi in assenza, l’aiuti nei bisogni.
- Chi viv d'invìdia a meuir dësperà = "Chi vive d'invidia, muore disperato".
- Chiel-lì a l'é stàit cagà dal diav quand ch'a l'avìa mal ëd pansa = "Quello lì è stato cagato dal diavolo quando aveva mal di pancia".
- Chiel-lì a va a scòla e ij sò a studio = "Quello lì va a scuola ma sono i suoi a studiare".
- Chiel-lì a val tant òr quant ch'a n'ha tacà ij pé = "Quello lì vale tanto oro quanto ne ha attaccato i piedi".
- Chila-lì as buta tut a còl = "Quella lì si mette tutto addosso", spende tutto per vestirsi.
- Ciabotin-a = Organo femminile. L'organo sessuale femminile è detto anche Barbisa, Bërgna, Bërnarda, Beucc dël piasì, Bigeuja, Ciabòt, Ciaflassa, Cicin-a, Ciòrgna, Feudra dël picio, Fifla, Filberta, Filipa, Filipin-a, Marca dla fomna, Michëtta, Përtus ëd l'alegrìa, Përtus ëd le veuje, Pertusin dël pissèt, Pissòira, Porsion ëd mes, Trìfola.
- Ciàir coma l'eva 'd na tampa "Chiara come l'acqua di uno stagno".
- Ciàir come 'l sol = Chiaro come il sole, una cosa è evidente, palese.
- Ciama n'autr! = "chiama un altro!": caspita!. Esclamazione di sorpresa quando ci si trova di fronte a qualcosa che nel bene o nel male supera le aspettative.
- Ciamèje a l'òsto se 'l vin a l'é bon = "Chiedere all'oste se il vino è buono".
- Ciamlo fòl! = "Chiamalo stupido!": è tutt'altro che stupido!
- Ciampòrgna = Donnaccia.
- Ciao, fà bon-a mòrt = "Ciao, fa' una buona morte!".
- Ciapa ciapa = "Prendi prendi". Era l'epiteto dato anticamente al ministro delle Finanze che pensava soltanto a far cassa, aumentando continuamente le tasse. In seguito ha assunto anche il significato metaforico di inganno, tranello.
- Ciapà 'nt lë fëtte = Preso nelle fette. Questa locuzione viene usata per indicare qualcuno che è rimasto invischiato in qualche situazione difficile.
- Ciapa rat! = "acchiappa-topi": fanfarone, incapace, un fanfarone o una persona incapace, che tutt'al più può mettersi a dare la caccia ai topi.
- Ciapacojon = "Acchiappacoglioni", persona ottusa, stupida, sciocca.
- Ciapapóer = Prendi polvere, soprammobile.
- Ciapé la pì lesta = Soffrire di diarrea.
- Ciapé le farfale = "Prendere le farfalle", essere stravagante, utopista e visionario, dal comportamento insensato.
- Ciapé le grive = essere intirizziti,
- Ciapé 'n balordon = "Prendere uno svenimento". Il balordon è lo svenimento, il giramento di testa. In senso figurato viene usato quando si prende una cantonata e si fa una gran confusione nella logica di un discorso.
- Ciapé na caplin-a = "Prendere una cappellina", un innamoramento improvviso che ti colpisce come una saetta di temporale.
- Ciapé na cotò (Ciapé na cotlà) = "Prendersi una coltellata". Si usa quando si finisce per pagare un conto troppo salato e non previsto.
- Ciapésse (pijésse) un passaròt = "prendersi un passero" buscarsi un raffreddore.
- Ciàu ch'it dijo = Ciao che ti dico, ti saluto.
- Cicapoj = "Schiacciapidocchi", una persona noiosa e puntigliosa, proprio come chi va alla ricerca dei pidocchi per schiacciarli ad uno ad uno.
- Cicin bujì = Ciccino bollito. Il cicin è la carne tenera e rosea del bambino che in senso metaforico viene bollita per identificare una persona delicata o paurosa.
- Cicio bomba = "Ciccio bomba", il bambino in carne, con qualche chilo più bel dovuto, pertanto ciccione e a forma di bomba, in quanto tozzo e ancora basso.
- Ciò a scassa ciò = "Chiodo scaccia chiodo".
- Cioch coma la giustissia = "Ubriaco come la giustizia".
- Cioch coma na bija = "Ubriaco come una biglia".
- Cioch come 'n biro = "Ubriaco come un tacchino", intontito.
- Ciola e balòss = Fesso e birichino, sciocco e stupidone da un lato, furbetto e bricconcello dall'altro.
- Ciolé gnanca a parlene = "Di scopare neanche a parlarne".
- Ciòrgn come n'ola / com' un tupin = "Sordo come un'olla / pignattino ad un manico".
- Cissa nen la maraja = "Non provocare la marmaglia", non provocare ulteriormente chi è già vivace di suo.
- Cissé 'l can = "Stuzzicare il cane".
- Cit ma bon = "Piccolo ma buono".
- Cito cito = "Zitto zitto". Questa espressione significa "pian piano", praticamente in punto di piedi e in assoluto silenzio.
- Ciucé la roa = Succhiare la ruota, nel ciclismo quando si segue a ruota un altro avversario, sfruttando il fatto di farsi tagliare l'aria.
- Ciucia, Martin, ch'a l'é bròd d'autin = "Ciuccia, Martino, che è brodo di vigna".
- Ciuciabarlèt = "Succhia colchico". Il colchico è una pianta assai velenosa, alle cui tossine mortali non esiste antidoto. Con questa espressione nelle Langhe viene indicato il mediatore di vini e in senso metaforico l'ubriacone.
- Ciuciafurmije = "succhia-formiche": persona magra, segaligna.
- Ciuto e mosca! = "Zitto e mosca!" Quando si vuole zittire un bambino capriccioso, la moglie ciarliera, il coinquilino troppo vivace nelle ore del riposo.
- Coco = Stupido, ottuso. Ma viene usato anche come espressione di derisione, in pratica a dire: non vi è nulla per te, facendo il verso al cuculo.
- Coj ch'a n'han pro as ampico = "Quelli che ne hanno abbastanza si impiccano".
- Coj ëd Mondvì a son ëd coercc ëd ramin-a = "Quelli di Mondovì sono coperchi di pentola".
- Coj ëd Morëtta a diso ch'a van ma a stan 'ncora n'orëtta = Quelli di Moretta, dicono che vanno ma stanno ancora un'oretta".
- Coj ëd Turin a parlo da bin = "Quelli di Torino parlano bene".
- Col ch'a l'é stàit brusà da l'eva càuda a l'ha paura fin-a dla frèida = "Quello che è stato bruciato dall'acqua calda ha paura persino della fredda".
- Col ch'a l'ha pì tòrt a crija pì fòrt = "Quello che ha più torto grida più forte".
- Còlera e vendicassion a son càusa 'd ruin-a e 'd distrussion = "Collera e vendetta sono causa di rovina e di distruzione".
- Com at diso? (com a-j diso?, etc.) = "come ti dicono?" (come gli dicono? etc.): come ti chiami (come si chiama? etc..
- Coma na barca ant un bòsch = Come una barca in un bosco.
- Comanda e fò da ti = "Comanda e fa da te".
- Come fé la prédica ai ciòrgn = "Come fare la predica ai sordi", è inutile.
- Compare pajassé = "Compare paraninfo", padrino. Con il termine pajassé, oltre al fabbricante o venditore di pagliericcio, si intende anche il compare di battesimo o di matrimonio.
- Compliment a la giassa = "Complimenti al ghiaccio". Sotto un'apparente cortesia, certi complimenti lasciano gelato l'interlocutore che riceve una stilettata quasi sempre accompagnata da un sorriso.
- Con ël cheur a la man = "Con il cuore alla mano". con grande generosità e disponibilità. Anche con sincerità e franchezza, con onestà, riferito a un discorso, un consiglio o simili.
- Con ël feu as preuva l'òr, con l'òr la fomna, e con la fomna l'òm = "Con il fuoco si prova l'oro, con l'oro la donna e con la donna l'uomo".
- Con ël feu as preuva l'òr; con l'òr as preuva la fomna; con la fomna as preuva l'òm e con ël maleur j'amis = "Col fuoco si prova l'oro, con l'oro si prova la donna, con la donna si prova l'uomo e con le disgrazie si provano gli amici".
- Con ij barbis a-j nass gnun = "Con i baffi non nasce nessuno", solo gli anni danno saggezza e astuzia.
- Con ij fiòch e le frange = Con i fiocchi e le frange. Una cosa o persona che si presenta in modo affettato, in pompa.
- Con ij sòid e l'amicissia as romp ël cheul ëd la giustissia = Con i soldi e l'amicizia si rompe il collo alla giustizia).
- Con ij sòld a la man = "Con i soldi alla mano", "il denaro ci rende indipendenti". Insomma, soldi alla mano si può andare dove si vuole, sicuri del proprio buon diritti.
- Con ij sòld a la man as cata tut lòn ch'as veul = "Con i soldi alla mano si fa tutto quel che vuole".
- Con ij sòld a la man as fà sèmpe 'd bon contrat = "Con i soldi alla mano si fanno sempre buoni contratti".
- Con ij sòld as cata nen tut = "Con i soldi non si compra tutto".
- Con ij sòld as cata tut = "Con i soldi non si compra tutto".
- Con ij vilan la gentilëssa a val pòch = "Con i villani la gentilezza vale poco".
- Con j'amis a venta nen andé nì con ij se nì con ij ma =" Con gli amici non bisogna andare né con i se, né con i ma", perché si deve loro parlare in modo diretto e sincero.
- Con j'arme e con ël feu a venta nen badiné = "Con le armi e con il fuoco non bisogna scherzare".
- Con la fam, ël pan dur a dventa frolo = "Con la fame il pane duro diventa morbido".
- Con la fortuin-a a-i veul ëd coragi = "Con la fortuna ci vuole coraggio".
- Con la passiensa as meuir ëdcò 'd fam = "Con la pazienza si muore anche di fame".
- Con la passiensa la feuja 'd mor a dventa seda = "Con la pazienza la foglia di gelso diventa seta".
- Con la pel dël can as arsan-a la mordiura = "Con la pelle del cane si guarisce la morsicatura".
- Con la pel dël can as san-a la mordiura = "Con la pelle del cane si risana il morso", il cane aggreessivo va fatto fuori...
- Con le bele manere as perd mai nen = "Con le buone maniere non si perde nulla".
- Con le birbe, 'l galantòm a fà la figura dël cojon = "Con i disonesti, il galantuomo fa la figura del fesso".
- Con le fior as fà nen na sternìa = "Con i fiori non si fa un selciato", devono esserci gli strumenti adeguati.
- Con na prèisa 'd mi 'm n'anfòt, ij fastidi as buto sòt = "Con una presa di 'me ne frego', i fastidi si mettono sotto".
- Con përmess, la metà a l'é sèmper an mes = "Con permesso, la metà è sempre in mezzo".
- Con pòch as viv, con gnente as meuir = "Con poco si vive, con niente si muore".
- Con soe ciàpole a sëccherìa 'l Pò e la Dòira = "Con le sue inezie seccherebbe Po e Dora". una persona solita a far cose da nulla, senza valore, Inezie al punto di riuscire a far vergognare addirittura il Po e la Dora, tanto da prosciugarli.
- Conforma come ch'a bat la stissa = "A seconda di come batte la goccia", un comportamento opportunistico, tipico di colui che sa barcamenarsi secondo le diverse situazioni in cui viene a trovarsi: arte di arrangiarsi per sopravvivere.
- Conòsse da che pé un a sòpia = sapere da che piede uno zoppica, conoscere i difetti di uno.
- Conòsse ij liber da la feudra = Conoscere i libri dalla copertina, avere una grande capacità di intuizione.
- Conòsse la maciavélica = "Conoscere la machiavellica". Il termine indica lo stratagemma, il raggiro, l'inganno.
- Conòsse l'erba ch'a fà 'l gran = "Conoscere l'erba che fa il grano". Chi con una semplice occhiata è capace di distinguere il grano in erba da tutte le erbacce è un agricoltore esperto, furbo, capace nel suo mestiere.
- Consèj da vej e agiut dai giovo = "Consigli dai vecchi ed aiuti dai giovani".
- Conserveve da le càmole! = "Conservatevi dai tarli!". Un'espressione usata per "state in buona salute", con l'augurio di stare lontani dai malanni che vengono assimilati ai tarli.
- Contacc ch'at pija! = Peste ti colga!
- Contacc! = (Contagio) Perdinci! Riferita alle pesti del 1559 e 1631 che colpirono particolarmente Torino: morirono 8 mila persone, riducendo gli abitanti ad appena tremila persone.
- Conté coma 'l manich ëd la cavagna = " Contare come il manico della cesta".
- Conté dël sol e dla lun-a = "Raccontare del sole e della luna", parlare del più e del meno.
- Conté dla rava e dla fava = "raccontare della rapa e della fava": chiacchierare del più e del meno, fare chiacchiere senza venire al dunque.
- Conté la stòria 'd Màntoa e 'd Veròn-a = "Raccontare la storia di Mantova e Verona". Mantova e Verona, assieme a Peschiera e Legnago, facevano parte dello storico quadrilatero e vissero intensamente il Risorgimento italiano. In senso metaforico raccontarne le vicende di quel periodo vuole dire saper ripercorrere una storia lunga e incredibile.
- Conté la stòria dël luv = "Raccontare la storia del lupo", tenere i soliti discorsi impersonali; far perdere tempo.
- Content coma na Pasqua = "Contento come una Pasqua", essere felice e soddisfatto (come dopo le rinunce della Quaresima).
- Content come Vigio 'n cròta = "Contento come Giovanni in cantina".
- Content ti, content tuti = "Contento te, contenti tutti".
- Contra doe fomne gnanca 'l diav a peul nen dila = "Contro due donne neanche il diavolo può dire qualcosa", le donne ne sanno sempre una più del diavolo.
- Contra ij verm = Contro i vermi, qualcosa di rivoltante, questa locuzione potrebbe derivare dall'esperienza del gusto rivoltante del vermifugo.
- Contra l'amor e la mòrt a val nen esse fòrt = "Contro l'amore e la morte non serve essere forti".
- Contra le grame lenghe a basta nen na corassa = "Contro le lingue cattive non basta la corazza".
- Contra tute le tentassion = "Contro tutte le tentazioni": anziché tentare l'uomo finisce per fare da respingente, tanto è la sua bruttezza e sgradevolezza nei modi di essere e di fare.
- Copa bass ch'it n'avras = "Taglia basso che ne avrai" (si riferisce al gioco delle carte).
- Coragi, fieuj, scapoma! = "Coraggio, figlioli, scappiamo!".
- Coragi, fieuj, scapoma! = Coraggio, ragazzi, scappiamo! Un'incitazione che si usa soprattutto quando si teme che proseguire nel cammino sia un azzardo e si ritiene di dover voltare le spalle ed andarsene. In fretta, ovviamente.
- Core com un lasertin = "correre come una piccola lucertola": correre velocemente, non avere un momento di sosta. il verbo può essere un altro equivalente, ma di solito è "core".
- Core la pòsta = "Correre la posta", buttarsi a capofitto in un'impresa, assolvere un'incombenza, ma in modo affrettato e precipitoso.
- Cornajass a l'ha mai portà bon-a neuva = "Le cornacchie non hanno mai portato buone notizie".
- Cornajass! = Cornacchia!
- Cortesìa 'd boca e la man al cape l, a costo pòch e a l'é bon e bel = "Cortesia di bocca e mano al cappello, costano poco e sono buone e belle".
- Còs a l'é 'l matrimòni? Pior, masnà spòrche për ca, cativ odor, savatà da demòni = "Cos'è il matrimonio? Pianti, bambini sporchi per casa, cattivi odori, ciabattate da demoni...".
- Còsa ch'a fà rije ij pito = "cosa che fa ridere i tacchini", cioè "cosa ridicola".
- Cossiensa a la maja bërnarda = "coscienza alla maglia bernarda": "coscienza elastica" e molto, molto accomodante.
- Cossiensa sensa siensa a l'é mej che siensa sensa cossiensa = "E' meglio la coscienza senza la scienza della scienza senza coscienza".
- Costa l'é bela! = "Questa è bella!", espressione di stupore viene usata quando ci si trova di fronte ad una situazione curiosa e imprevista.
- Costé car e salà = "Costare caro e salato". Un tempo il sale era un bene preziosissimo, tanto che i Romani lo impiegarono per alcuni secoli come forma di retribuzione di magistrati e militari.
- Cristian d'òr = Cristiano d'oro. Si usa ad indicare una persona semplice, un buon uomo, per l'appunto un cristiano d'oro.
- Cros stropià, s'i diso la busìa i resto stropià = "Croce incrociata, se dico una bugia che resti storpio".
- Cuché an sël lobiòt = "beccare sul balcone": cogliere sul fatto.
- Cupio = Omossessuale. Tra gli epiteti più invasivi e denigratori, proprio perché originariamente indicava il pederasta. Simili sono anche: Culatin, Anculador e Glòbo.