Proverbi piemontèis/b
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- Bacajé 'nt ël lòfi = "Chiacchierare nel losco", fare la spia, informare la polizia.
- Bacajon = "Bacajon". chiacchierone, brontolone; una persona noiosa e inopportuna, che parla a vanvera e che non sa tacere quando occorre. Dal verbo bacajé (protestare, gridar forte, fare chiasso, ma anche balbettare o gridare alle oche).
- Bacialé = "Sensale di matrimoni", paraninfo, ossia il mezzano di matrimoni, in pratica colui che li combina, il cui compito sovente era quello di convincere il padre della ragazza delle buone intenzioni dell'innamorato.
- Bacicia = Sciocco, l'uomo sempliciotto e un po' sciocco. Altri termini simili, con il significato soprattutto di "perdigiorno" sono Badego e Bagego, mentre il rincitrullito può essere anche Bamba.
- Badaloch = Stupido. "persona ritenuta non molto intelligente, stupida". Stupidaggine, cretinata è in una parola sola: Betisa, Falabraca, Folairà, Folatà, Gavada, Pataflan-a, Putanà, Stravaniada, Tabornarìa, Trojonada, Vacada.
- Badinand, con discression, as peul desse dj'avis bej e bon = Scherzando, con discrezione, si possono dare dei consigli belli e buoni.
- Bagassa = "Bagascia". Utilizzato in senso dispregiativo per identificare una prostituta, ma anche una donna che si offre facilmente. Dal francese bagasse. Voci analoghe: Balbraca, Baton-a, Dòna da marciapé (vendùa, da stra, dël bon temp), Picia, Plandra, Putasca, Robatabaston, Trojassa, Bela dij sàles, Bigeuja frusta (v.), Ludria, Ciampëtta, Trubia, Slandra, Quaja vërda, Un-a dël gir, Raspanta, Ghegia, Gheta, Ganza.
- Bagnà come un pipì = "Bagnato come un pulcino", persona completamente bagnata, forse perché sorpresa da un temporale improvviso.
- Bagné 'l bech = "Bagnare il becco", bere un buon bicchiere di vino.
- Bagné 'l nas (fé mej che cheidun d'àutr) = Superare qualcuno, risultare migliore di lui.
- Bagonghi = "Bagonghi", una persona grossa e sgraziata.
- Bale 'd (mia) nòna! = "Storie di nonna", fanfaluche, panzane, cose di fatto irrealizzabili.
- Bale ëd frà March = "Le menzogne di frate Marco". È probabile che il modo di dire nasca dalle prediche più o meno profetiche di frate Marco da Avigliana. Nel XVII secolo il religioso coloriva i sermoni di predizioni un tantino azzardate.
- Bale quadre = "Palle quadrate", un duro, un uomo caparbio, quadrato, tutto d'un pezzo.
- Balé second la mùsica = "Ballare secondo la musica". Non si riferisce soltanto a chi modifica il proprio modo di ballare in base al tipo di brano proposto, ma soprattutto a chi sa adattarsi alle situazioni della vita sempre così mutevoli.
- Balengo = "Imbecille", babbeo.
- Bambas da lum = "Stoppino da lume", la persona stolida, mollacciona ed indolente, praticamente senza spina dorsale; talvolta anche l'ingenuo, l'allocco, colui che è dotato di poca intelligenza.
- Bambliné = Vagabondare, l'andare a spasso, il passeggiare, così come il vagabondare. In senso metaforico anche il dondolare e il menare le cose per le lunghe.
- Banca 'd ghignon = "Banca della sfortuna", ripugnanza e avversione, rabbia, ma anche disdetta e sfortuna.
- Banch ëd l'aso = "Banco dell'asino", l'ultimo banco nella classi della scuola dove si "confinava" lo studente più scapestrato e con una pagella disastrosa.
- Bandor = Stallone. Si rifà al verbo bandé (essere teso, gonfio, ma anche in erezione, dall'argot francese bander) e sta ad indicare l'uomo dalle notevoli prestazioni sessuali, in pratica uno stallone.
- Baraca dij buratin = "Baracca dei burattini", un complesso di cose un po' in disordine .
- Barachin = Gavetta. Sinonimo di operaio. Nei tempi di massimo splendore della Fiat, a Torino i suoi operai venivano chiamati Ij barachin ëd la Fiat.
- Baravantan = stravagante, strano, mentre una Testa baravantan-a è una definizione comune per indicare una testa matta, fuori dalle regole.
- Barba Pero, lassa le còse coma ch'a j'ero = "Zio Piero, lascia le cose com'erano", rimetti in ordi ne o non spostare le cise che trovi.
- Barbaboch = "Barba di becco", una persona sciocca o ingenua. Simili sono: Falabrach (sciocco, inetto), Folaton (molto scemo), Gadan (bonaccione), Gasepio (scemo, credulone), Merluss (merluzzo, nel senso di credulone), Garòfo (imbranato, sciocco), Bandamòl (inetto, poltrone), Patamòla (incapace).
- Barbaròt dle crave = (avere la) barbetta delle capre.
- Barbé le ghete = "Rubare le ghette". Ai militati uccisi, fanti o alpini che fossero, i nemici portavano via le ghette da usare all'occorrenza nel fango o nella neve. In senso metaforico significa pertanto "ammazzare".
- Barbèt = "Barbetti". Barbèt sono chiamate le persone di fede valdese in Piemonte e nelle regioni d'Oltralpe, riprendendo il nome dialettale dei loro ministri del culto: barba. In modo scherzoso sono stati successivamente etichettati tutti i credenti non praticanti, coloro cioè che si vedevano raramente alle funzioni religiose.
- Barbis = (baffo) uomo capace, uomo di valore.
- Basta nen avèj rason, a toca 'dcò saveiss-la fé = "Non basta aver ragione, bisogna anche sapersela fare".
- Basta, là! = "Basta, là" sta per "oh, guarda un po'!" In tema: Basta parèj (basta, così, è sufficiente), Basta ch'a sia (pur che sia).
- Bastian contrari = Bastian contrario.
- Bate 'l tamborn = "Battere il tamburo": "divulgare, mettere in piazza". Simili sono: Buté dal pogieul (esporre dal balcone); Dé man a la tromba (dare la mano alla tromba); Fé na bela reclam (fare una bella pubblicità); Spataré la vos (spargere la voce).
- Bate la bërlòca = "Battere il rancio". La bërlòca rappresentava la minestra o la fetta di polenta che muratori e operai portavano sul luogo di lavoro. Nei cantieri lo stacco per il pranzo veniva annunciato da alcuni colpi di martello su un altro oggetto metallico, una sorta di campanella improvvisata.
- Bate la dròga = "Battere la droga". Chi batte la droga è in ozio completo e questo perché da buon drogant (delinquente, mariuolo) non ha bisogno di lavorare in quanto ottiene i suoi proventi da attività illecite.
- Bate la lun-a = "Battere la luna", essere d'umore variabile, essere malinconico.
- Bate le brochëtte = "Battere i piccoli chiodi", battere i denti per il freddo.
- Bate le cuverce ("battere i coperchi": essere fuori di testa. Da notare che in questo caso cuvercc (coperchio) ha una forma femminile, di solito non usata diversamente).
- Batëss-ne ij tubo = "Battersene i tubi", "fregarsene, sbattersene altamente".
- Batsoà an geladin-a = "Piede di porco in gelatina": Batsoà è una gustosa pietanza, importata dalla Francia e composta da zampini di maiale bagnati nell'aceto e poi fritti. In senso metaforico avere le calze in gelatina significa avere freddo ai piedi.
- Beà chi ch'a meuir a ca soa = "Beato chi muore a casa sua", non in un ospedale o in un incidente.
- Beata cola ca ch'a l'ha 'n prèive antecà = "Beata quella famiglia che ha un prete in casa".
- Becamòrt = becchino, beccamorto.
- Beiché 'd garela = "Guardare di traverso", il modo di guardare degli ubriachi è ondeggiante, di qui questa espressione che sta per "guardare storto".
- Bèive al torèt = "Bere al torello", alla fontanella.
- Beive coma na surba = "Bere come un'idrovora".
- Bèive con l'ambossor = bere con l'imbuto", bere molto.
- Bèive fin che 'l vin a seurt da j'orije = "bere fino a che il vino non esce dalle orecchie".
- Bel an fassa, brut an piassa = "Bello in fasce, brutto in piazza", bello solo da piccolo.
- Bel come 'l sol = "Bello come il sole". Il detto viene usato quasi sempre in senso ironico nei confronti di chi si presenta ingenuo e candido dopo aver provocato qualche guaio.
- Bel giovnòt, për esse fòrt e liber, dësmentia la mòrt e les nen ij liber = "Bel giovanotto, per essere forte e libero, dimentica la morte e non leggere i libri", invito alla spensieratezza.
- Bel tòch ëd bujì = "Bel pezzo di bollito". In senso metaforico così viene detta la ragazza prosperosa, simile a un grosso taglio di bollito che finisce morbido e fumante sul tagliere. Talvolta si riduce semplicemente a beltòch.
- Bela com ël cul ëd la padela = "Bella come il culo della padella".
- Bela facia, bon-a racomandassion = "Bella faccia, nuova raccomandazione", faccia tosta.
- Bela fija, specc për ij fòj = "bella ragazza: specchio per gli sciocchi". Non lasciarsi incantare dall'aspetto esteriore.
- Bela fòrsa! = "Bella forza!". Questa esclamazione si usa per rimarcare che quanto vanta l'interlocutore come merito o simili è una cosa estremamente banale o comunque facilissima da raggiungere per chi dispone di mezzi adeguati. Talvolta viene usato anche in modo dispregiativo nei confronti di chi compie un'inutile sopraffazione verso una persona più debole.
- Beldaje = una persona priva di limiti e di principi, che non ascolta i consigli, che persevera nelle attività ludiche, trascurando quelle imposte dal quotidiano.
- Belesponde = "Belle sponde": individuo effemminato, efebo, omosessuale.
- Bërlicabalustre = "lecca-balaustre": bigotto.
- Bërlicafojòt = "lecca-tegame": ghiottone.
- Bërlich bërloch = "Bërlich bërloch", andare alla cieca.
- Bërlichesse tùit ij dij = "Leccarsi tutte le dita", un cibo succulento.
- Bërnufia = Donna sofisticata, donna schizzinosa, smorfiosa.
- Bërtavel = Sparviero, nassa, un uomo che parla a vanvera, un chiacchierone che talvolta diventa logorroico.
- Bëslonga 'd véder = Scarpa di vetro, la scarpa di vernice, i cui riflessi la fanno apparire fragile e trasparente.
- Bëstandé marlaitin = Soffermarsi un pochino, forse spinti dalla pigrizia, o perché si è indecisi sul da farsi e pertanto spinti a temporeggiare.
- Bëstëmmié coma 'n cartoné; bëstëmmié coma 'n turch = "Bestemmiare come un turco").
- Bëstëmmié come un turch = Bestemmiare come un turco.
- Beu vej, sorgh drit = "Bue vecchio, solco dritto". Più affidabile.
- Bianch coma la coa dël merlo = "Bianco come la coda del merlo".
- Bianch coma la coa d'un merlo = "bianco come la coda di un merlo": indica una cosa evidentemente nera, o comunque, tutto meno che bianca. Fa parte dei paragoni di uso corrente, ma con tono ironico. L'aggettivo è paragonato al suo inverso.
- Bianch coma na pata = "Bianco come uno straccio'.
- Bianch e ross come un cadàver = Bianco e rosso come un cadavere, una persona pallida, smunta, proprio come un cadavere.
- Biauté la lesta = Agitare la lesta, la lingua e agitarla significa "chiacchierare", peraltro di buona lena e con voglia.
- Bicer ëd la stafa = Bicchiere della stalla, bere l'ultimo bicchiere prima di congedarsi dagli amici, in genere per recarsi a casa propria per riposare.
- Bigieuj a frusta = Organo femminile usato, donnaccia.
- Bindel ëd la Madòna = Nastro della Madonna, l'effetto provocato dalla luce del sole quando attraversa le gocce d'acqua rimaste in sospensione dopo il temporale.
- Biond coma la coa d'un merlo = "Biondo come la coda di un merlo".
- Biondin d'Egit = Biondino d'Egitto, chi è nero di capelli o di carnagione.
- Blagheur = Elegantone.
- Blagheur come un pavon = blagheur come un pavone., in pratica "persona che ama incensarsi e lodarsi a tutto andare".
- Blëssa e folairà a van soens ansema = "Bellezza e stupidità vanno spesso insieme".
- Boca da biscotin = "Bocca da biscottino", raffinata e schizzinosa.
- Boca òjta a peul nen dì che nò = Bocca unta non può dire di no", è stata corrotta.
- Bocon da prèive = Boccone da prete. Si tratta del portacoda delle galline, in assoluto il pezzo più prelibato e proprio per questo servito al capotavola o all'ospite di riguardo che nella civiltà contadina era sovente il prete.
- Bocon ëd la vergògna = il boccone della vergogna., ossia quello che si lascia nel piatto, considerando che un tempo era un peccato non finire tutto quello che veniva servito.
- Bocon teològich = boccone teologico.è, invece, il cibo dei giorni di digiuno.
- Bogia ij patin! = Muovi le ciabatte! Persona indaffarata.
- Bogianen = Chi non si smuove, che resiste senza deflettere, chi persevera.
- Bòja fàuss! = Boia falso! Questa è una tipica imprecazione piemontese che indica stupore o rabbia e che è l'equivalente dell'italiano "accidenti". Imprecazioni simili sono: Bòja nèir!, Bòja d'un sìndich!, Anima dël contacc! Bòja fàuss! A ven dovrà coma 'nteriession ëd maravija o 'd dësgust. Ma analisoma costa manera 'd dì: ël bòja a l'é un ch'a massa ij condanà an piena legalità, an esecussion ëd na sentensa. Un bòja fàuss, giusta përché fàuss, an conseguensa a l'é pa d'autr che 'n sassin.
- Bòjaca për arpaté le miòle dij cicinbujì = Minestra spessa e disgustosa, un "ricostituente" dei tempi andati, spesso un intruglio orribile....
- Bon com ël pan = "buono come il pane": molto buono. riferito a carattere, comportamento, e non a gusto.
- Bon òm carià 'd madòne = "Buonuomo pieno di suocere", una persona piena di problemi.
- Bon pat e bon-a misura përchè la pòsta a dura = "Prezzi convenienti e dosi abbondanti perché la bottega duri". La posta è il punto di rifornimento per i viaggiatori.
- Bon për la toss = "Buono per la tosse", avere quella stessa intraprendenza e faccia tosta di quei farmacisti che spacciavano miracolosi rimedi che alla resa dei conti si rivelavano così poco efficaci.
- Bon sangh a peul nen mentì = "Buon sangue non mente".
- Bon-a mùtria, metà vive = "Un po' di sfacciataggine è metà vivere".
- Bondì barba! = "buongiorno zio!": chi s'é visto s'é visto!, nient'altro da farci!
- Bondì bela fia, mi i son l'àngel Gabriel s'im ëspose nen mi, 'd Paradis për voi a-i na j'é pa pì = "Buon giorno, bella ragazza, sono l'angelo Gabriele; se non mi sposate, di Paradiso per voi non ce n'è più".
- Bondì ociaj, adio bele fije = "Buongiorno occhiali, addio belle ragazze". Quando si diventa vecchi....
- Bon-e paròle e pom mars a rompo la testa a gnun = "Buone parole e mele marce non rompono la testa a nessuno".
- Bonora al mërcà e tard a la guèra = "Presto al mercato e tardi alla guerra".
- Bòrgno com un pom = "cieco come una mela": completamente cieco.
- Borich dël giss = "Asino del gesso", una persona abitudinaria, piuttosto sciocca e senza grosse ambizioni.
- Bòte e pan a fan ël can = "Legate e pane fanno il cane".
- Botega 'd canton a-j fà le spèise a qualunque cojon = "Bottega d'angolo fa guadagnare qualsiasi cojone".
- Botega sensa ròba a l'é na scarpa sensa sòla = "Negozio senza roba è una scarpa senza suola", un negozio che renda dev'essere ben fornito.
- Boton dël prèive = "Bottone del prete", le caramelle di liquirizia che ricordano, per forma a dimensione, i bottoni delle tonache che un tempo indossavano i sacerdoti.
- Boton ëd la pansa = Bottone della pancia, l'ombelico.
- Branca pì, branca meno = Spanna più, spanna meno, approssimativamente.
- Brav coma 'l sol = "bravo come il sole": bravissimo.. Nel senso di "buono".
- Brav come n'àngel = Bravo come un angelo, una persona buona, generosa, viene proprio da dire che è brava come un angelo.
- Brav merlo! = "Bravo merlo!", un individuo imbranato, ingessato, privo di spontaneità e di verve.
- Breu a fà nen dë stronz = "Il brodo non produce cacca".
- Brila coma la galaverna = Brilla come le gelate invernali.
- Bròd d'óndes ore = "Brodo delle undici", il brodo delle undici era quello caldo che si usava dare ai condannati a morte, prima che fossero condotti verso il patibolo.
- Brusé 'l pajon = Bruciare il pagliericcio. Chi scappa vigliaccamente è un Brusapajon.
- Brus-te mai ij dìj për dëstissé la candèila d'àutri = "Non bruciarti mai le dita per spegnere la candela d'altri", non rischiare per eliminare problemi che non ti competono.
- Bruste mai ij dìj për dëstissé le candèile dj'àutri = "Non bruciarti mai le dia per spegnere le candele degli altri".
- Brut coma la neuit = "brutto come la notte": bruttissimo).
- Brut come 'l pecà = Brutto come il peccato. Essere paragonati per aspetto fisico al peccato significa essere orrendi, quasi si portassero in viso i segni delle proprie colpe, soprattutto se intese come sregolatezza e vizio.
- Bsògna 'datesse a le circostanse e mangé 'd pan s'a-i é nen ëd pitanse = "Bisogna adattarsi alle circostanze e mangiare il pane se non ci sono le pietanze".
- Bsògna nen canté quand j'àutri a pioro = "Non bisogna cantare quanto gli altri piangono".
- Bsògna nen dì, s'un a l'é nen sonaj, mi, dë st'aqua i la beivrai mai = "Non bisogna dire, a meno di essere uno stupido, io, quest'acqua non la berrò mai".
- Bsògna sèmpre fé fueu 'd nòst bòsch = "Bisogna sempre far fuoco con la nostra legna".
- Busiard com un gavadent = "bugiardo come un cavadenti": assolutamente bugiardo.
- Buta 'd ròba ant un canton ch'a vnirà soa stagion = accantona della roba perché verrà il momento che la userai.
- Buta 'd ròba ant un canton, ch'a vnirà la soa stagion = "Accantona della roba, che verrà la sua stagione".
- Buta 'l povron ant ij tò afé! = "Metti il peperone nei tuoi affari", il naso. Nel corso di una discussione piuttosto accesa, quando si vuole zittire qualcuno, contestandogli il diritto di partecipare al dibattito in quanto la cosa non lo riguarda.
- Buté a bzach = distruggere.
- Buté an bërnasca = Mettere in saccoccia. Finire in prigioone.
- Buté an cros = Mettere in croce. Punire qualcuno per aver commesso qualcosa di veramente grave, cancellandolo dalle nostre amicizie o conoscenze
- Buté ansema la fam con la sèj = "Mettere assieme la fame con la sete", quando ci si sposa pur essendo poveri.
- Buté Berta ant ël sach = ingannare chi si crede furbo.
- Buté 'd cognission = diventare saggio.
- Buté fòra l'agonia = "Mettere fuori l'agonia", quando si suonano le campane per annunziare il prossimo trapasso.
- Buté ij laver an papiòta = serrare le labbra per timore o stizza.
- Buté ij pé a la muraja = puntare i piedi contro il muro, ostinarsi.
- Buté 'l cher anans ai beu = "mettere il carro davanti ai buoi": fare cose intempestive.
- Buté 'l cul ant la farin-a = "Mettere il culo nella farina", riuscire a sposare una persona ricca, garantendosi benessere.
- Buté 'l nas an mes ëd la cera e 'l cul an doe ciape = "Mettere il naso in mezzo alla faccia e il culo fra due chiappe", "inventare la ruota".
- Buté 'l nufiòt = "Mettere il naso", essere invadenti, curiosi, impiccioni.
- Buté la lenga a meuj = "mettere la lingua in bagno", farsi una bevuta.
- Buté la man ant ël benedetin = "Mettere la mano nell'acquasantiera", palpeggiare il seno di una donna.
- Buté la pel an s'un baston = Mettere la pelle su un bastone, coloro che, martiri del lavoro , si sacrificano fino a mettere a dura prova la loro resistenza fisica.
- Buté la testa a partì = "Mettere la testa a partito", chi decide di cambiare atteggiamento e mette la testa a partito fa una scelta oculata, mettendo la testa dalla parte giusta.
- Buté le gambe sota la tàula = "Mettere le gambe sotto la tavola", accingersi a fare un buon pranzo.
- Buté le pupe an sla stagera = "Mettere le mammelle sullo scaffale", donna che volutamente mostra parte del seno attraverso un abito scollato, quasi volesse metterlo in vendita all'interno di un negozio
- Buté mal = seminare la zizzania.
- Buté 'n capel an testa a un = "Mettere un cappello in testa a uno", prenderlo in giro.
- Buté 'n papin an sna gàmba 'd bòsch = "Mettere un impacco caldo su una gamba di legno", inutile.
- Buté 'n papin s'na gamba 'd bòsch = "mettere un impacco su una gamba di legno": fare una cosa inutile. oppure usare un rimedio assolutamente insufficiente al bisogno.
- Buté sù Crist e Madòne = Mettere su Cristo e Madonne, quando si coinvolge tanta gente in un'operazione delicata e importante, alla quale si tiene in modo particolare.
- Buté un papin an s'na gamba 'd bòsch = "Mettere un cataplasma su una gamba di legno", chi sta cercando di mettere in atto una cosa assurda, insensata, che non serve a nulla e non porta alcun beneficio.
- Butéje ij sinch sentiment dël còrp = "Metterci i cinque sentimenti del corpo", impegnarsi a fondo, mettercela tutta.
- Butéje j'ani 'd soa nòna = "Metterci gli anni di sua nonna", una persona lenta nell'agire: in modo paradossale impiega gli anni della nonna per mettere a punto un lavoro o un'esperienza.
- Buteje le roe = "Mettergli le ruote", il comportamento di chi dilapida il proprio patrimonio e lo fa in senso figurato: il gruzzolo messo da parte fugge via sulle ruote, abbastanza veloce da non poter essere recuperato.
- Butéje 'n tacon = "Mettergli una toppa", il salvare una situazione gravemente compromessa attraverso un espediente, una scappatoia che consente di uscire, sia pur momentaneamente dalla difficoltà.
- Butesse an ghërsa = "Mettersi in fila".
- Butésse j'òss a baron = "mettersi le ossa a mucchio": ammazzarsi di lavoro. Da notare che "a baron" vuole anche dire "in malora").
- Butesse le mudande 'd tòla = "Mettersi le mutande di latta", imbrogliare, raggirare, truffare. Il doversi procurare delle mutande di latta è una precauzione per svolgere un'azione protettiva adeguata, evitando pertanto di essere imbrogliati.
- Butesse na man sla cossiensa e l'àutra an sacòcia = "Mettersi una mano sulla coscienza e l'altra in tasca"; agire onestamente", compassione generosa.
- Butesse në stomièt ëd pel viva = "Mettersi sullo stomacon un panno caldo ...di pelle viva!"
- Buteve sèmpre a la sosta, tant ch'i peule = "Mettetevi sempre al riparo finché potete".