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Pronomi personali complemento in coda al verbo e coppie di pronomi atoni o gruppi pronominali

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Anche se un po’ complicata, è interessante per la sua forma grammaticale, il modo di come il pronome personale complemento “lo” atono della terza persona in funzione di complemento oggetto, prende un valore neutro proprio per le sue posizioni variabili; ma anche i pronomi personali soggetto mi, ti, chiel (chila), noi, voi, lor possono essere usati da “pronomi personali complemento”. Le coppie di pronomi atoni o gruppi pronominali, alle volte possono anche avere la funzione di complemento di termine e di complemento oggetto e sono evidenziati con il trattino (ecco che spunta di nuovo il trattino).

È un ottimo allenamento per la compitazione; un esercizio che segna la grande distanza che c’è tra ortografia e parlata corrente.

Esempi per il verbo scrivere (scrive), con il verbo fare (), con il verbo raccogliere (cheuje):

Scrivigli = scrivje Fargli = feje Raccoglierli = cheuj-je

Scrivilo = scriv-lo Farglieli = fej-je Raccoglierglieli = cheuj-jë-je

Scrivetelo = scrvi-jë-lo

Scrivetelo = scri-vij-lo

Scriveteglielo = scrivèj-jëj-lo

Scriviglielo = scivèj-lo


Pronome personale verbale e avverbio di luogo (poco usato).

Nella seconda strofa della poesia “Sèira”, Pinin Pacòt affida all’avverbio ëi il suo raffinato poetare.

Una ragione eufonica dettata dalla profonda conoscenza della lingua nelle sue più intime sfumature.

Ma it ëi ses ti, ch’it sete sì davsin,

creatura ‘d Nosgnor legera e bianca,

pronta a baseme pen-a ch’a së s-cianca

ël fil sutil e frust ëd mè destin.

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Prima di chiudere questo scritto credo sia utile una breve descrizione dell’alfabeto fonetico IPA

(International Phonetic Alphabet, detto in passato anche AFI). Si tratta di un linguaggio artificiale, nato sotto gli auspici dell’Associazione Fonetica Internazionale (fondata a Parigi nel 1886). È un sistema complesso di trascrizione dei suoni (i foni), inventato per trascrivere tutte le lingue conosciute nel mondo. Molti simboli sono tratti dall’alfabeto latino e dall’alfabeto greco.

Parecchie lettere sono ricavate da altri alfabeti, usate capovolte e correlate di segni grafici e diacritici quali lineette, puntini, parentesi e altro. Un aspetto linguistico curioso e interessante.

Gli studiosi di lingue regionali storiche, ancestrali, non usano l’IPA, in quanto la sua funzione è mirata alla comprensione, fra glottologi, delle varie lingue sparse nel mondo.

Esempio: i primi versi della Divina Commedia scritti nel linguaggio IPA (da Wikipedia).

[nelˈmɛddzo delkamˈmin diˈnostraˈvita Nel mezzo del cammin di nostra vita

miritroˈvai̯ peˈruna ˈselva osˈkura mi ritrovai per una selva oscura,

kelladiˈritta ˈvia ˈera zmarˈrita] ché la diritta via era smarrita.