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Fulberto Alarni (Alberto Arnulfi)

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Fulberto Alarni (Torino, 13 giugno 1849 – Roma, 28 marzo 1888) è stato un poeta e commediografo italiano che scrisse soprattutto in piemontese. Il suo vero nome era Alberto Arnulfi: provate ad anagrammare e scoprirete il poeta. Nacque nella caserma dei carabinieri di Piazza Carlina a Torino dove il padre, luogotenente Generale dei Carabinieri, prestava servizio. Lavorò tutta la vita, a partire dai vent’anni, per la Reale Mutua Assicurazioni che nel 1884 lo mandò a Roma come direttore. Per questo nelle ultime composizioni si trova un sentimento di nostalgia per il Piemonte. Morì prematuramente di infezione ileo-tifica a Roma, il 28 marzo 1888. Le sue spoglie furono tumulate nel cimitero di Valperga vicino a quelle dei suoi cari. Tutta la poesia dell’Alarni è permeata di ironia e satira verso i costumi della nobiltà e della borghesia del suo tempo. Le sue opere principali sono:

  • Sangh bleu (1875): raccolta di 20 sonetti satirici contro certa società aristocratica vivente ai margini dei tempi.
  • Macëtte Turinèise (1879): raccolta di 20 sonetti sotto il titolo di Borghesia, rappresentazione dei ceti medi cittadini, a cui si aggiungono i componimenti di Sangh bleu.
  • I soma viv (1884) monologo per celebrare il 25° anniversario del Teatro piemontese.
  • Per il teatro compose la commedia, Drolarìe, apprezzata per la trama lineare e per la felice vena ironica, tanto da rimanere a lungo in repertorio con interpretazioni di Mario Casaleggio e di Gipo Farassino.

Nel 1889 Sangh bleu, Macëtte Turinèise e Drolarìe furono riunite in un volumetto postumo intitolato Sonetti e poesie varie in piemontese, edito dal Casanova e poi ristampato nel 1926 a cura dell’editore Alberto Giani, con la prefazione di Edmondo De Amicis, amico affezionato dell’Alarni. Molte altre composizioni sono sparse tuttora su fogli e pubblicazioni varie dell’epoca.